Una nuova minaccia per l’Economia: l’Iraq si defila dall’accordo OPEC

E’ stato complesso trovare un accordo tra i Paesi produttori di petrolio aderenti all’OPEC ma alla fine si è deciso di ridurre la produzione di greggio e si sono assegnate le quote di produzione per ciascun Paese aderente. Il vertice di Algeri ha consentito, così, un rialzo del prezzo del petrolio, condizione ritenuta dagli economisti necessaria per una ripresa dell’economia mondiale e anche una boccata d’aria per i Paesi che vivono essenzialmente del petrolio come, ad esempio, il Venezuela, ridotto in assoluta miseria dal ribasso dei prezzi.

Tale accordo, così faticosamente raggiunto, rischia di essere adesso svuotato a causa delle richieste di esenzione dalla riduzione di produzione già presentata da Nigeria, Iran e Libia cui si aggiunge, ora, anche l’Iraq. Il ministro iracheno del petrolio, Jabber Al – Luaibi ha annunciato che il suo Paese chiede l’esenzione dalla riduzione prevista per via delle condizioni di conflitto contro l’Isis nel nord del Paese.

L’attuale produzione di 4,7 milioni di barili al giorno, se non fosse per la guerra e i conflitti interni, avrebbe potuto essere di 9 milioni, mentre l’accordo prevede la riduzione a 4,2. L’accordo al vertice di Algeri dovrebbe essere confermato il 30 novembre a Vienna ma in Austria potrebbe arrivare un’intesa totalmente svuotata di contenuto e quindi inutile, con conseguenze sull’economia globale.